19 November 1942 - Draguccio, Mio Paese Natio / Draguccio, My Home Town
Rovigno, 19 novembre
Io sono nato in un grazioso paesello dell’Istria, dove mio padre e mia madre facevano scuola. Il paese è chiamato Draguccio, che in slavo vuol dire carino, e fino al 1928 era sede di comune, poi fù aggregato al comune di Pisino.
Nel palazzo del Comune io sono nato il 20 maggio 1932. Mamma e papà lasciarono il paese che io avevo appena compiuto due anni, così che nulla io ricordo. Però possiedo molte fotografie dei punti più importanti del paese e una monografia dalla quale ho appreso la storia del mio paese natio. Così nel nè fatta un’idea tanto chiara che credo lo riconoscerei subito.
Il paese sorge sulla vetta di una collinetta. Ci sono poche case, la chiesa con il suo bel campanile friulano e la scuola situata nel palazzo del Comune. In mezzo alla vasta piazza sorge una fontana costruita nel 1888. La piazza è ombreggiata da molti alberi. Al un lato della piazza c’è la chiesa, assai semplice, che una volta era compresa entro la mura del Castello. Accanto al palazzo del Comune, a piano terra, c’è la loggia comunale, lunga e stretta con alcuni sedili di pietra e quattro aperture ad arco.
Molto interessante è la chiesetta di San Rocco con la sua rustica loggia. Questa chiesa è in custodia della Direzione di Antichità e Belle Arti, perché è adorna da pregevolissimi affreschi di Antonio Paduan eseguiti nel 1537. Negli affreschi sono rappresentati vari episodi della vita di Gesù Cristo.
Esiste anche un bastione veneziano con su scolpito il Leone di San Marco. Infatti Draguccio fu fedelissima alla Repubblica Veneta, alla quale s’era data, con spontanea dedizione, nel 1508. Basta ricordare la strenua resistenza opposta nel 1616 contro gli Austriaci, da un manipolo di Draguccini e da cernide paesane assediati nel Castello. Essi difendevano, oltre al Castello ed al prestigio ni Venezia, il simbolo che adorna lo stemma di Draguccio: il Drago!
Dopo la pace di Madrid, unico ricordo di quelle aspre battaglie sostenute intorno al Castello, fu murata una lapide sull’unico bastione esistente.
A ricordo del periodo veneto, Draguccio ostenta tre Leoni di San Marco, scolpiti in pietra e posti, uno sul bastione, il secondo in casa (Antonio) Grossich e l’ultimo sopra un pozzo.
Il Leone Alato continuò a vegliare sul fedele paese anche quando Napoleone con il trattato di Campoformio, lo strappò alle braccia materne di Venezia, per darla all’Austria. Vegliò più di cent’anni finché il 4 novembre 1918 vide sventolare il tricolore dal balcone del palazzo Comunale.
Ed oggi uno dei suoi figli, il capitano (Giovanni) Enzo* Grossi, fa parlare il mondo con le gesta gloriose di sommergibilista intrepido, affondatore di moltissime navi nemiche e insignito di alte decorazioni.
*Franco ha scritto "Giovanni," ma sembra che sua madre o suo padre l'ha corretto ad "Enzo."
Rovigno 19 November
I was born in a beautiful little hamlet of Istria, where my father and mother taught school. The village is called Draguccio, which in Slavic means dear [sweetheart, beloved], and until 1928 it was the seat of the community, when it then joined the municipality of Pisino.
I was born in the town hall on the 20th of May, 1932. Mamma and papa left the village when I was only two years old, so I don’t remember anything. However, I possess many photographs of the most important places in the town, and a monograph from which I learned the history of my native village. It made such a clear impression I believe I would recognize it immediately.
The town rises upon the crest of a small hill. There are a few houses, a church with its pretty Friulian bell tower, and the school situated in the town hall. In the middle of the vast square stands a fountain, constructed in 1888. Many trees shade the piazza. To one side of the piazza there is the church, rather simple, which at one time comprised the inner wall of the fortress. Next to the town hall, on the ground floor, there is the communal terrace, long and wide with stone seats, and four arched openings.
The chapel of San Rocco is very interesting with its rustic terrace. This church is under the conservation of the Direction of Antiquities and Fine Arts, because it is adorned with the extremely precious frescoes of Antonio da Padua, executed in 1537. Various episodes of the life of Jesus Christ are represented in the frescoes.
A bastion still exists with its sculpture of the Lion of Saint Marco. In fact, Draguccio was very loyal to the Venetian Republic, to which it was given, with spontaneous dedication, in 1508. It’s enough to recall the strong opposing resistance in 1616 against the Austrians, by a maniple of Draguccini and cernide (territorial armies) besieged in the fortress. Besides the Castello and the prestige of Venice, they defended the symbol that adorns the coat of arms of Draguccio: the Dragon!
After the Treaty of Madrid, the only memory of those bitter battles held around the Castle, was a plaque mounted on the last remaining wall of the bastion.
In memory of the Venetian period, Draguccio displays three Lions of Saint Marco, carved in stone and placed, one on the bastion, the second on the house of Antonio Grossich, and the last above a well.
The Winged Lion continued to keep watch over the faithful town even when Napoleon, with the treaty of Campo Formio, tore it from the maternal arms of Venice to give it to Austria. He kept vigil for more than one hundred years, until he saw the Italian flag waving from the balcony of the town hall on the 4th of November 1918.
And today, one of its sons, Captain Enzo* Grossi, makes the world speak of his glorious deeds as an intrepid submariner, sinker of many enemy ships and honored with many medals.
*Franco wrote "Giovanni," but perhaps his mother or father corrected it to "Enzo."