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19 January 1943 - Un vecchio uomo / An old man

19 January 1943 - Un vecchio uomo / An old man

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Rovigno, 19 gennaio 1943

Viene spesso da noi a chiederci la carità un povero dall’aspetto stanco e malandato. Porta sempre un vecchio pastrano lacero tutto buchi e toppe di un colore che un tempo doveva essere grigio. Naviga in un paio di scarpacce sfondate senza stringhe e porta in capo un logoro e stinto cappello. 

Ha un viso triste e rassegnato solcato da profonde rughe, le occhiaie incavate e buie dagli occhi lagrimosi e arrossati. Questo (relitto uomo) pover’uomo abbandonato alla crudeltà del suo destino, non possiede una casa, un focolare al fuoco del quale potersi riscaldarsi: unico conforto dei vecchi.

Possiede solamente un lucido e nodoso bastone di spino, amico suo inseparabile. La mamma mia, che è tanto buona, gli da sempre qualche soldo e qualche tozzo di pane.

Un giorno pioveva a dirotto, il cielo nuvoloso era rotto da rivi di lampi, i tuoni rumoreggiavano, il vento fischiare fra gli alberi facendo volteggiare le foglie secche. Ad un tratto vedemmo un vecchio senza ombrello, sferzato dalla pioggia, inzuppato sino alla midolla. Era quel povero che veniva spesso da noi.

 Lo chiamammo ed egli accorse al nostro richiamo con tutta la sveltezza che le sue stanche gambe gli permettevano. Stillava acqua da tutte le parti e dove si fermava l’acqua che gli gocciolava dal suo inzuppato pastrano, formava una pozzanghera.  

La mamma gli offerse uno sgabello, il vecchio ringraziò e si sedette. Passavano alcuni minuti in silenzio. Ad un tratto vidi che sulla rugosa guancia del povero scendeva una lacrima. Anche la mamma aveva visto e Ruggero, nella sua ingenuità gli chiese: <<Perché piangi?>> 

Il vecchio lo guardò mestamente e rivoltosi a noi, ci raccontò: 

<<Io ero ricco, avevo una bella bambina che mi rendeva felice, tanto felice che mi ritenevo il più contento di gli uomini. Ma era destino che ciò non continuasse. La mia bambina fu colpita da un ignoto male. Invano i dottori cercavano di salvarla, essa morì.>> così dicendosi asciugò una lacrima. <<Oggi è l’anniversario della sua morte. Ma non bastava. Mi morì anche la mia affezionatissima moglie. Un mio falso amico mi fece perdere tutti i miei beni e di disgrazia in disgrazia vedete come sono ridotto.>>

 E qui tacque. La pioggia era cessata. Il sole squarciava la fitta nuvolaglia che andava diradandosi, gli uccelli cinguettavano allegramente e le mie galline chiocciavano festose.

Il vecchio si calcò in testa il suo logoro cappello ancor umido e disse: <<Scusi del disturbo, signora e Dio vi benedica.>> poi uscì e si allontanò lentamente, appoggiandosi al suo nodoso bastone di spino.

Rovigno, 19 January 1943

A poor man, looking tired shabby, often comes to our house asking for charity. He always wears an old ragged overcoat, full of holes and patches, that at one time must have been grey. He navigates in a bad pair of broken shoes without laces and wears a threadbare and faded hat on his head.

He has a sad and resigned face furrowed by deep wrinkles, his eye sockets dark and hollow with tearful and reddened eyes. This (wrecked man) poor man, abandoned to the cruelty of his destiny, does not own a home, a hearth at which he can warm himself: the only comfort of the old.

He owns only a polished and knobby thorn cane, his inseparable friend. My mother, who is so good, always gives him some money and a little bread.

One day it was raining cats and dogs, the cloudy sky was broken by flashes of lightning, the thunder clamored, the wind whistling through the trees making the dry leaves spin. All of a sudden, we saw an elderly man without an umbrella, lashed by the rain, soaked to the marrow. It was that poor man that often came to our home.

We called to him and he came to our call with all the speed that his tired legs allowed him. He poured water from every direction, and where he stopped the water that dripped from his soaked coat formed a pool.

Mamma offered him a stool, the old man thanked her and sat down. There passed a few minutes of silence. Suddenly I saw a tear descend on his wrinkled cheek. Mamma had seen it too and Ruggero, in his innocence, asked him, “Why are you crying?”

The elderly man looked at him ruefully and turning to us, told us:

“I was once rich, I had a beautiful little girl who made me happy, so happy that I considered myself the happiest of all men. But it was a destiny that could not continue. My little girl was struck with an unknown malady. The doctors tried to save her in vain. She died.” At this he wiped away a tear. “Today is the anniversary of her death. But it didn’t end. My loving wife also died. A false friend made me lose all my possessions, and one misfortune after another, you see what’s come of me.”  

Here he fell silent. The rain had ceased. The sun broke the dense mass of clouds which had thinned out, the birds twittered cheerfully, and my chickens clucked joyfully.

The old man pulled his worn, still damp hat on his head, and said: “Sorry for the trouble, ma’am, and may God bless you.” Then he left and slowly moved off, leaning on his knobby thorn cane.

12 January 1943 - Un giorno a Trieste / A Day in Trieste

12 January 1943 - Un giorno a Trieste / A Day in Trieste