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I'm Michelle. Thanks for visiting The Istrian Diary. I hope you enjoy my father's story.

9 November 1942 - The Train to Villa d'Rovigno / Il treno a Villa d'Rovigno

9 November 1942 - The Train to Villa d'Rovigno / Il treno a Villa d'Rovigno

http://digilander.libero.it/adesonline/abc/fotoStoriche/Rovigno_C.jpg

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Rovigno November 9

Yesterday after lunch, with my mother and little brother Roger, I went to Villa (d’Rovigno) on the train [now Rovinjsko Selo, Croatia]. With us were Signora Carboncini and her sons, Franco and Mario.

I entertained myself on the train drawing profiles with a fountain pen. I was sketching a caricature of a large woman, rotund and ruddy, when the train suddenly stopped, tearing the pen from me: a nose resembling a potato.

Rovigno, 9 novembre

Ieri dopo pranzo, con mia mamma e il mio fratellino Ruggero, col treno, andai a Villa. Con noi c’era la signora Carboncini i suoi figliuoli Franco e Mario. 

In treno mi diverti a disegnare con la penna stilografica, dei profili. Stavo facendo la caricatura di un donnone tondo e rubicondo, quando il treno si ferma improvvisamente strappandomi dalla penna, un naso che sembrava una patata.

Train schedule, from the website: http://www.ferrovie.it/forum/viewtopic.php?f=4&t=31852

Train schedule, from the website: http://www.ferrovie.it/forum/viewtopic.php?f=4&t=31852

Eravamo arrivati nella stazione di Villa. Ci arriviamo verso il paese che sorgeva in cima a una collina. In lontananza scintillava il mare.

In una casa ci offersero del vino. Mia mamma cortesemente rifiutò perché non è abituata a bere mai. Ma furono così insistenti, che dovremmo accettare.   

We arrived at the station of Villa, and there made our way towards the village that rose on top of a hill. In the distance the ocean was sparkling.    

In a house they offered us some wine. My mother politely refused because she is not used to drinking. But they were so insistent, we had to accept.


There was a train that departed Rovigno for the nearby Villa d'Rovigno. A picture below comes from the Photobucket site of pamwagner51 (however, the site is so full of ads, I don't recommend you visit it. I found the photo originally on a train forum website, www.ferrovie.it. ).

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Io ne bevetti un bicchiere mentre mia mamma mezzo, anche la signora Carboncini ne assaggiò  e ne fu entusiasta. Era un vino biondo, trasparente, frizzante, che sembrava dire: <<Bevimi!>> Noi eravamo accaldati per la lunga camminata e il vino ci accarezzava il palato con la sua frescura. Fu così, che, tra le più matte risate e cedendo all’insistenza di quella buona gente, bevemmo ciascuno un paio di bicchieri.

La scena si svolgeva in un rustico cortile popolato come un’Arca di Noè. Le oche minacciavano di beccare i nostri fratellini, il tacchino faceva la ruota intorno a noi. Un bel vitello, dal musetto bianco ci contemplava timidamente da lontano e sembrava un bambino voglioso di unirsi ai nostri giochi. Poi si mise a scorrazzare giocosamente con la coda ritta, intorno al cortile.

Poco dopo rientrava dal pascolo la mandria di bovi, seguita da un vispo peloso asinello. Io avrei voluto giocare con il buffo e grazioso animale, ma non lo potei fare perché mi trovai ambedue le mani impedite da una grossa fetta di pane e da un bicchiere di vino. 

Così giunse l’ora della partenza e ci avviammo allegramente verso la strada ferrata. Noi quattro bambini, camminavamo con l’andatura di ubbriachi, tanto da ringraziare le nostre mamme.   Ad un certo punto io detti l’allarme: <<Il treno è arrivato . . . .>> (invece non era vero) e, prese per mano la mia mamma e la sua amica, mi divertii a farle correre finché rimasero senza fiato.

Arrivati alla stazione, credetti mio dovere salutare quei buoni villici tenendo un discorso su Bacco e il vino. Non so che spropositi mi lasciassi sfuggire, so soltanto che tutti si buttavano via dalle risa e che alla fine del discorso, fui salutato da grida di bene, bravo evviva e da qualche fischio. Poi mi sollevano in trionfo e. . .  .  non so come, mi trovai in treno.  

I drank a glass while my mother drank half, even Signora Carboncini tasted it and was enthusiastic. It was a golden wine, clear, bubbly, that seemed to say, “Drink me!” We were overheated from the long walk and the wine caressed the palate with its freshness. So it was, that among craziest laughter and yielding to the insistence of these good people, everyone drank a couple of glasses.

The scene took place in a rustic yard populated like a Noah’s Ark. The geese threatened to peck our little brothers, the turkey made circles around us. A beautiful calf with a white muzzle contemplated us timidly from afar, like a child eager to join our games. Then he began to romp about with a raised tail, around the courtyard.

After a short while the herd of cows returned to the pasture, followed by a lively furry donkey. I had wanted to play with the funny and graceful animal, but I couldn’t because I found both of my hands hindered by a thick slice of bread and a glass of wine.

Then came the hour of departure, and we set off cheerfully towards the railway. Thanks to our mothers, we four children walked like drunkards. At certain point I gave the alarm, “the train has arrived . . . “ (however it was not true), and, seizing my mother and her friend by the hand, I enjoyed making them run until they gasped for breath.

Arriving at the station, I thought it my duty to greet those good villagers, delivering a speech on Bacchus and wine. I do not know what nonsense I spewed, I only know that everyone fell down from laughter and that at the end of the speech, I was greeted by cries of good cheer, applause, and a few whistles. Then they lifted me in triumph and . . . I don’t know how, I found myself on the train.

Sketch of the train from Rovigno, a sketch by Franco Aitala

Sketch of the train from Rovigno, a sketch by Franco Aitala

16 November 1942 - Il Fratellino / Little Brother

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3 November 1942 - The Double Bath/Il Doppio Bagno

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