18 December 1942 - Carissimo Enrico / Dear Enrico
Rovigno, 18 dicembre 1942
Carissimo Enrico,
Come stai? Ruggero ed io stiamo bene e speriamo altrettanto di te. Si avvicina Natale che Ruggero tanto attende. Egli crede ancora che sia Gesù Bambino in persona che porti i doni.
Sono certo che ti ricordi di quel Natale che passammo così bene a Roma. Mi ricordo ancora di quella memorabile scorpacciata di fichi secchi, fatta in quel giorno e conclusasi con un’indigestione numero uno.
Desidererei molto che tu partecipassi al mio Natale che a gran passi s’avvicina. Non sarà un gran Natale ma una piccola festicciola in famiglia. Faremo come il solito l’Albero ed il Presepe.
Quando non c’era la guerra, la mamma faceva un Albero gigantesco che giungeva sino al soffitto e che risplendeva di piccoli fuochi di artificio e di innumerevoli candele. Appena lo scorgevamo gli davamo l’assalto, prendendo i balocchi, i dolci, appesi ai rami, con tanto impeto che una volta per poco non lo rovesciammo! E tu farai l’Albero di Natale?
Tutti attendiamo con impazienza questo santo giorno, ma io penso ai soldati che nelle steppe gelate e nei deserti infuocati arrischiano la vita. I soldati non hanno Natale, e noi sì! I soldati muoiono e noi divertiamo! Ma almeno studiamo seriamente per poter renderei degni di loro.
Ti auguro Buon Natale assieme a Ruggero che ti manda un piccolo bacetto.
Il tuo affezionatissimo amico, Franco.
Rovigno December 18 1942
My dearest Enrico,
How are you? Roger and I are well and we hope the same of you. Christmas is coming that Roger has so eagerly awaited. He still believes that Baby Jesus brings the gifts in person.
I’m sure you remember that Christmas we spent so well in Rome. I still remember that memorable feast of dried figs, made that day, and concluded with a number one indigestion.
I would very much want you to share in my Christmas that approaches with great strides. It will not be a big Christmas but a little party with family. We will do the Christmas tree and the manger scene as usual.
When there wasn’t a war, mamma made a gigantic Christmas tree that reached all the way to the ceiling, which glittered with tiny artificial lights and countless candles. As soon as we saw it we launched the attack, taking the toys, the sweets, hanging from the branches, with such enthusiasm that we almost overturned the tree! And how will you do your Christmas tree?
We’re all waiting for this holy day with impatience, but I think of the soldiers in the frozen steppes and the burning deserts risking their lives. The soldiers don’t have Christmas, and we do! The soldiers die and we enjoy ourselves! But at least we study hard to make ourselves worthy of them.
I wish you a Merry Christmas together with Roger who sends you a little kiss.
Your affectionate friend, Franco.